Pensione Minderop

Cornelio Minderop è stato uno dei primi pittori tedeschi a giungere a Sant’Angelo, dove nel 1939 sposò una nostra concittadina Brigida Iacono. Ha contribuito enormemente a far conoscere la nostra località in Germania , allorquando un suo famoso ospite arrivato su una sedia a rotelle, dopo aver utilizzato  le acque di Cavascura,  ritornò in Germania del tutto guarito.  Dal 1939 al 1945,  in pieno regime fascista curò la gestione della Pensione Minderop che apri principalmente per ospitare gli artisti “degenerati” che il regime nazista osteggiava. Nel 1930 le autorità naziste, iniziarono un’opera di epurazione dai musei tedeschi, distruggendo tutte le loro opere, solo perché erano ebrei ed omosessuali ed  a loro dire non erano in linea con i valori del nazional socialismo. Gli ebrei furono inviati ai campi di concentramento mentre agli altri fu concesso di “auto-esiliarsi” fuori i confini del Terzo Reich.  Tra i tanti epurati anche Werner Gilles e Bargheer che trovarono ospitalità a Sant’Angelo. Ischia ed in particolare Forio e Sant’Angelo, furono i principali punti di riferimento per l’emigrazione artistica ed intellettuale tedesca. Si integrarono perfettamente con la realtà locale che si mostrò  rispettosa e tollerante nei confronti di questi grandi artisti, che trovarono la loro isola felice.  Sulla facciata della pensione è ben visibile l’immagine del duce e si racconta che Minderop, fece istanza al podestà locale per farla rimuovere, ma la cosa non fu possibile. La pensione cessò l’attività nel 1948 alla fine delle ostilità. Morì a Sant’Angelo nel 1953 ed è sepolto nel cimitero d’Ischia.  Dopo la chiusura della pensione e la fine della guerra  questi artisti continuarono a venire a Sant’Angelo trovando ospitalità presso l’abitazione del Capitano Valerio e presso la pensione La Conchiglia della Signora Agnesina.  La venuta di Gilles a Sant’Angelo era molto attesa.  dai ragazzi del posto, a cui era solito ogni anno regalare una piccola armonica a bocca. Nessuno rimaneva senza, quelli più timidi che non avevano molta confidenza con l’artista, si rivolgevano al buon Guido Iacono, che gestiva il ristorante in piazzetta, dove l’artista pranzava,  che faceva in modo che tutti fossero accontentati.