Pablo Neruda

Pablo Neruda nacque in una piccola città  del sud del Cile nel 1904. Nel 1934 viene nominato console a Barcellona e qui ritrova il suo amico Federico García Lorca che aveva conosciuto in Argentina. In Messico poi conosce la cantante  Matilde Urrutia che gli ispirerà molte poesie e che sposerà nel 1960. Ritornato in Cile, il poeta  viene eletto senatore. Attento agli interessi di minatori e contadini, entra in polemica col presidente González Videla e dopo un violento discorso al Senato la Suprema Corte di Giustizia lo dichiara persona non grata. Neruda è costretto ad allontanarsi dal proprio paese. Arriva in Europa, a Parigi come membro dell’organizzazione I Partigiani della Pace. Si reca in Russia, Polonia, Ungheria, Cina, Mongolia.

Nel 1951 arriva in Italia. Soggiorna soprattutto a Roma e a Capri dove scrive “le poesie italiane” della raccolta “L’uva e il vento” e le poesie d’amore dedicate a Matilde Urrutia  raccolte nei  “I versi del Capitano pubblicato anonimo a Napoli. Pablo Neruda muore nel settembre del 1973, pochi giorni dopo il golpe ordito dal generale Pinochet. Riposa, insieme a Matilde Urrutia nel giardino della sua casa di Isla Negra.

Nel libro autobiografico “La mia vita con Pablo Neruda”, scritto dalla sua donna Matilde Urrutia,  si ricordano, con molti particolari, il soggiorno a Capri e a Sant’Angelo d’Ischia. Nel testo “La mia vita con Pablo Neruda”edito da Passigli, Matilde così scrive:“ a Capri uscivamo tutti i giorni, finivamo all’altro capo dell’isola, raccoglievamo fiori e semi. Poi tutto è diventato difficile, dovevamo lasciare l’isola. Avevamo tentato di rifugiarci a Ischia, ma non ci piaceva per viverci. Lì però ci hanno indicato un angolino che si chiama Sant’Angelo, una sorta di piccola cala abitata da pescatori, con un alberghetto in riva al mare; così abbiamo deciso di andare in quel posto, lontano da turisti. A Sant’Angelo il nostro modesto alberghetto era come incuneato in un ponticello roccioso, sulla riva del mare. Il giorno stesso in cui siamo arrivati abbiamo cominciato a conoscere la vita dei pescatori. Al tramonto li vedevamo salire sulle loro barche, prendevano il largo e, di notte, laggiù, molto lontano, vedevamo le piccole luci che ondeggiavano. All’alba arrivavano le donne con delle ceste. Lentamente le barche si avvicinavano alla spiaggia. Vedevamo le tazze di caffè  fumante che gli uomini bevevano mentre continuavano il lavoro. Uomini, donne, bambini, tutti tiravano le reti. Dopo pochi giorni a Sant’Angelo conoscevamo già tutti, con le mogli e i figli. A Sant’Angelo ci sono alcune spiaggette e l’acqua è molto bassa.

Lì ho scoperto che Pablo non sapeva nuotare, una scoperta che mi ha subito rallegrato: finalmente potevo insegnargli io qualcosa! Il pomeriggio ci recavamo su una spiaggia che sembrava una laguna, vicino a delle sorgenti termali. E’ stato lì che ha imparato dapprima a stare a galla, poi ad ccompagnarmi nuotando vicino a me. Andavamo a nuotare tutti i giorni. Nel bel mezzo di questa tranquillità, in questo villaggio di pescatori, ci è arrivata la notizia che Pablo poteva rientrare in Cile”. A Sant’Angelo Pablo Neruda scrisse anche la poesia “L’uomo invisibile” posta come prologo al primo libro delle “Odi elementari”.

L’Associazione Amici di Sant’Angelo nel 2004 ha organizzato una mostra ricordo e posato una targa ricordo. Ha anche pubblicato l’edizione italiana della poesia “L’uomo invisibile”, un’edizione numerata, in occasione del centenario della nascita del poeta